Nell'ultimo mese ho vissuto un'esperienza finora inedita per me. Ho tenuto un breve corso di disegno in una deliziosa libreria a Torino (la Golem bookshop). In questo primo mese di corso ho cercato di affrontare con i miei allievi un po' di analisi dell'anatomia umana e della sua struttura affiorante e non, il tutto applicato al disegno dal vero, grazie anche a dei gentilissimi modelli che si sono prestati volontariamente all'opera :). Fin da bambina sono sempre stata profondamente affascinata dal corpo umano e ho imparato moltissimo con metodi che all'epoca consideravo poco ortodossi, ma che in realtà avevano un loro perché: spiluccando qua e là su libri trovati in giro, guardandomi allo specchio fino alla noia e obbligando amici e parenti a posare pazientemente. Durante il corso non ho mai smesso di stupirmi di quanto i miei "allievi" fossero affascinati, partecipi, concentratissimi e delle loro diverse reazioni di fronte al foglio bianco. non riesco a smettere di pensare che disegnare dal vivo un modello, solo con carta e matita, porti con sé una conoscenza che va molto al di là del l'apprendimento delle nozioni anatomiche: è una sfida con se stessi e con l'altro, una tradizione ancestrale intatta.
giovedì 29 marzo 2012
lunedì 26 marzo 2012
kind of magic - Almost blue
buongiorno :)
Vi ricordate Kind of Magic? Illustrazioni raccontate e racconti illustrati a blog unificati (con Noemi Cuffia)? Ecco la seconda puntata
Alle sei del mattino si sentono quei rumori che di solito non si percepiscono. Lo scricchiolio delle ruote di una bicicletta, i passi di un merlo che stringe nel becco ciuffi di erba secca, le pale di un elicottero che si posa in lontananza sulla pista di atterraggio. Quella pista rotonda sopra il grande edificio che accosto a piedi per andare al lavoro.
Arrivo poco dopo l’alba, in questa casa di dottori, faccio le pulizie il lunedì, quando loro escono per il primo turno di guardia all’ospedale.
Anche se, dopo un po’ di anni, lo riconosco, non c’è più molto da pulire.
Quando entro con le mie chiavi, nell’aria è rimasto ancora il profumo di caffè. Me ne lasciano una caffettiera piccola. In quattro ore di lavoro, ne bevo giusto due tazzine, la seconda è ormai tiepida, ma non mi dispiace. E io a loro lascio una torta di mele. La preparo nel fine settimana, e la metto sul tavolo della cucina. Mi sembra un modo per ricambiare la loro gentilezza e generosità. Anche il cane, qui, è gentile. Abbaia il minimo indispensabile e per il resto del tempo: osserva gli invisibili cambiamenti della casa, di ora in ora.
C’è una stanza dove non entro mai.
È la stanza della musica. E l’inquilino che ci vive se la pulisce da solo. Difficile a credersi, ma in tutto questo tempo, non ci siamo mai incontrati. Sono così rare le occasioni di vedere i padroni di casa: forse a Natale o d’estate, per definire le vacanze. E in quelle poche volte, nessuno ha mai accennato alla sua presenza. Di certo io non avrei mai introdotto l’argomento, per discrezione.
E se mi chiedessero, in quale momento vorresti fermare tutto e rimanere per sempre? Direi adesso.
mercoledì 21 marzo 2012
Primavera di bellezza
Primo giorno di primavera e Giornata mondiale della poesia.
Ho letto qui di un contest interessante organizzato dall'editore Marcos y Marcos: scrivere un haiku (una poesia di 17 sillabe in 3 versi) per celebrare la primavera. Se volete partecipare le info sono qui .
Io ho un debole per questi brevi componimenti che trovo sempre suggestivi e che leggo volentieri, quando ne ho l'occasione, assaporando la loro impronta orientale un po' ermetica, un po' no.
Ho fatto un esperimento e mi sono cimentata nella composizione del mio primo haiku, rigorosamente illustrato.
lunedì 12 marzo 2012
à la coque
Tendenzialmente non cucino, però stasera, dopo un lungo lunedì, ho fame e vorrei rilassarmi un po'. E ho deciso di raccontare uno dei miei piatti preferiti.
Il mio confort food per eccellenza, il rifugio del lunedì: un piatto che non mi tradisce mai.
Lui. L'uovo à la coque.
Mi piace, mi sa di semplice, di perfetto e di casa. é colorato e mantiene la forma dell'uovo, che ho sempre trovato estremamente affascinante.
Gli sfottò per questa mia passione gastronomica nel corso degli anni si sono sprecati (mi dicono che "è cibo per gente senza denti"), ma io me ne infischio e lo "cucino" sempre volentieri, con religioso rapimento. Lo metto nel pentolino con l'acqua, aspetto che si metta a bollire, conto tre minuti, lo passo nell'acqua fredda per non scottarmi le dita posandolo nel mio bellissimo portauovo, un po' di pane tostato (rigorosamente da "pucciare"), un'insalata e voilà. Delizia senza sforzi.
Ho anche un consiglio per buongustai, come una vera foodbloggher: mangiatelo con un cucchiaino di ceramica, per gustarne meglio il sapore.
ps. Non cucino quasi mai perchè cucina sempre il mio ragazzo, che è moolto più bravo di me eheh.
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